Se sono luce posso aiutare qualcun altro a vedere

Gli orizzonti che non sai

Lo scorso anno abbiamo comprato casa e ora il nostro condominio è sulla linea di confine tra il centro urbano e le villette di campagna, sulla Murgia nel cuore della Puglia. Dall’altezza non esorbitante del 2^ piano le superiamo già tutte e l’orizzonte è ampio e libero per almeno 180 gradi.

Un posizione privilegiata per vedere arcobaleni a tutto sesto, tempeste in lontananza, ma anche tramonti incantevoli che sembrano usciti direttamente dalla tavolozza del Tiepolo, le migrazioni delle rondini, il ritorno dei falchi e tutto quello che il cielo ospita in una terra di pace.

E poi c’è il piccolo di casa che si affaccia per la prima volta alla finestra della sua stanzetta e dice «Mamma guarda che bello: si vede anche il mare!»

«Il mare? ma quello è lontano almeno 50 km, non lo starai confondendo con la linea del cielo?»

«No, mamma. E’ il mare … e vedo anche le barche!»

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Io non so che dono abbia questo bambino, perché effettivamente volgeva gli occhi lì dove una bussola avrebbe indicato il mare, ma davvero vorrei avere lo stesso sguardo che secondo al definizione di Chesterton è quello del poeta che sa andare oltre il semplice contorno delle cose.

Lo sguardo del poeta va “oltre” il mondo, coglie al di là del segno, il suo significato. Ed in questa ottica il trascendente è parte integrante della realtà, la completa e ne dà il senso.

Ci si potrebbe limitare a guardare gli angeli con occhi di ornitologo ma quegli occhi non vedrebbero davvero la realtà così come è perché non vedono tutto, non vedono l’eterno che è nelle cose.

 

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